

Il Consiglio dei Ministri del 28 marzo ha approvato delle misure ad hoc per limare il problema della carenza di personale nella Sanità Pubblica. Una delle principali novità riguarda gli infermieri, che adesso potranno lavorare anche al di fuori dell’orario di lavoro per colmare la differenza tra fabbisogno e disponibilità di professionisti. Così facendo, infatti, si ridurrà la necessità di chiamare medici in caso di emergenza, che potranno essere impiegati dalle aziende sanitarie soltanto in casi di estrema necessità.
Inoltre, medici e infermieri a gettone – la cui retribuzione sarà stabilita da un tetto massimo – potranno essere assunti solo nei reparti di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di dodici mesi, e solo se possiedono i requisiti di professionalità richiesti. L’obiettivo è prevenire la fuoriuscita di professionisti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con incentivi per le categorie più esposte, come i medici dei Pronto Soccorso. Sono previsti fondi per 200 milioni di euro, anticipati da gennaio 2024 a giugno 2023.
Tuttavia, il decreto stabilisce che il personale sanitario che lascia volontariamente una struttura sanitaria pubblica per lavorare presso un operatore privato che fornisce servizi esternalizzati, non può chiedere la ricostruzione del rapporto di lavoro con il SSN. Gli specializzandi, invece, potranno assumere incarichi libero-professionali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 8 ore settimanali. È, invece, consentito l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie per chi ha conseguito una qualifica professionale all’estero, la cui scadenza è prevista alla fine del 2025.
Infine, ogni atto di violenza contro i professionisti sanitari sarà considerato una “lesione grave” e sarà punito con la reclusione da 4 a 10 anni, come stabilito dalla legge 113/2020 sulla sicurezza. La trattativa per il rinnovo del Contratto di lavoro 2019-2021 della dirigenza area medica e sanitaria è in corso all’ARAN (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni), ma al momento le posizioni sindacali sono ancora lontane.
Scopri di più su: Violenze e aggressioni contro gli operatori sanitari

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