

In Italia, la celiachia colpisce circa 1 bambino su 60.
A stabilirlo uno studio condotto dalla Società Italiana di Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica (SIGENP) e dall‘Unità Operativa di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica dell’Università di Messina – pubblicato sulla rivista Digestive and Liver Disease – che ha evidenziato come la sottodiagnosi sia un problema notevole della patologia.
I ricercatori hanno considerato i dati di circa 9mila alunni delle scuole elementari di 8 città italiane (Ancona, Bari, Milano, Padova, Reggio Calabria, Roma, Salerno e Verona) rivelando che solo il 40% dei casi di celiachia viene diagnosticato su basi cliniche.
Tra i primi campanelli di allarme, gli esperti sottolineano la familiarità e la presenza di patologie autoimmuni. I sintomi più diffusi si manifestano con:
La celiachia può manifestarsi a qualsiasi età, ma generalmente compare durante lo svezzamento, quando il bambino inizia a introdurre il glutine nella propria alimentazione: l’età più colpita, infatti, è quella che va dai 2 ai 10 anni, con un’incidenza maggiore nelle bambine.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, l’Italia rappresenta uno dei paesi più colpiti al mondo, insieme a Svezia, Finlandia, India e Nord Africa. La diagnosi precoce della celiachia è importante perché, se non trattata, può portare a complicanze tardive anche gravi, come osteoporosi, infertilità o tumori.
Per evitare qualsiasi rischio, dunque, gli esperti sottolineano la necessità di uno screening nazionale della celiachia per tenere sotto controllo il fenomeno, affinché la sottodiagnosi non rappresenti più un problema importante.

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